sabato 29 luglio 2017

La disobbedienza incivile

Non bastava più un sistema dove una classe al potere, con l'ausilio della forza brutale e di una mistica autoreferenziale, infliggeva al popolo la condizione di schiavo. Col passare dei secoli questa condizione si è affinata nella tecnica e nella forma, si è trasfigurata, tanto da non sembrare più nemmeno sfruttamento e ingiustizia, ma 'diritto' e 'civiltà'. Ma non è bastato neanche questo passo culturale mistificatore. Una solida pedagogia di massa (obbligatoria) è poi riuscita a far andare oltre, a far superare anche il concetto di dittatura mascherata da civiltà democratica. Siamo giunti a un limite straordinario, quello dove gli sfruttati si accaniscono contro gli stessi sfruttati per mezzo di controlli e delazioni, relazioni di inefficienza (dove l'efficienza è quella dello schiavo produttore, ligio al suo dovere di essere ligio al suo dovere di schiavo). Siamo arrivati a un livello di obbedienza e di prostituzione tale che nemmeno nei campi di sterminio! 
Sì perché nei campi di sterminio i kapò erano considerati dai reclusi degli infami traditori, prostituti del regime, mentre qui, oggi, chi denuncia all'autorità la presenza di qualche schiavo inefficiente, che non produce ricchezza per i padroni, che non alimenta la macchina del proprio sfruttamento, viene persino elogiato dagli schiavi stessi, i quali dicono 'è giusto, fa bene il suo lavoro, bisogna denunciare i fannulloni (parola presa a prestito nel frattempo dal linguaggio dei padroni), tutti gli schiavi devono essere efficienti nel fare gli schiavi'. 
E infatti l'efficienza è quell'altra parola magica (oltre a 'sicurezza') in cui lo schiavo crede in maniera proprio cieca, cieca del tutto! Anche l'efficienza è un dogma sociale, si impara già nei banchi di scuola, la quale è sempre stata preposta alla formazione dello schiavo sociale e alla perpetuazione di questo tipo di società. Checché! 
Per cui si assiste da una parte all'efficienza dello schiavo produttore che deve fare sempre meglio lo schiavo produttore, e dall'altra all'efficienza del suo compagno schiavo, che, incentivato da una ricompensa, come si fa con i cani, è preposto alla sorveglianza e alla delazione. E il tutto viene percepito come civiltà, democrazia, libertà, diritto, e altre amenità. Una bella cultura la nostra! Aveva ragione Thoreau a dire che la vera rivoluzione si fa soltanto disobbedendo. Ma qui sono diventati con l'educazione tutti sbirri di se stessi, e sono anche fieri di esserlo! Chi dice signornò è considerato da tutti un nemico. Anarchia? Giammai! La libertà fa paura! La classe dominante ha stravinto, la disobbedienza è punita dagli stessi obbedienti. Più di così!

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